Angelo Marani Autumn/Winter 2013-14

Tante persone farebbero follie per essere sedute in prima fila ad una sfilata. A noi piace respirare il dietro le quinte, perché ciò che accade in backstage è spesso più illuminante di quanto si consumi nei pochi istanti di passerella. La sfilata è senza dubbio il momento culminante ma è in backstage che si consuma il rito di mesi di preparazione e che si vive quel clima irripetibile di attesa.

Uno dei backstage nei quali quest’anno abbiamo avuto la fortuna di poter entrare è stato quello di Angelo Marani. La prima cosa che ci ha colpiti è stato il moodboard, ovvero il tabellone sul quale gli stilisti usano riunire le ispirazioni alla base della collezione. Su quello di Marani, abbiamo visto cose diverse ed interessanti: foto di David Bowie; optical images among which we have recognized,,it,a work by Victor Vasarely entitled "Zebras",,it,Red roses,,it,the symbols of playing cards and especially the spades,,it,foto delle varsity jacket,,en,or the jackets worn by American university students,,it,Capturing various fragments of interviews,,it,we have learned that,,it,some goals have been set,,it,transform each model into a single piece and put the woman in the center,,it,with the desire to exalt its forms,,it,Looking around,,it,we have observed that the stylist has pursued and accomplished these objectives through precise roads,,it,the union of ancient and new,,it,or classic fabrics with new technical yarns,,it un’opera di Victor Vasarely intitolata “Zebras”; rose rosse; i simboli delle carte da gioco e soprattutto il picche; foto delle varsity jacket, ovvero le giacche indossate dagli studenti universitari americani.

Captando vari frammenti di interviste, abbiamo appreso che Angelo Marani si è posto alcuni obiettivi: trasformare ogni suo modello in un pezzo unico e mettere la donna al centro, con la volontà di esaltare le sue forme. Guardandoci attorno, abbiamo osservato che lo stilista ha inseguito e realizzato questi obiettivi attraverso strade ben precise: l’unione di antico e nuovo, ovvero di tessuti classici con nuovi filati tecnici, e l’uso di lavorazioni sofisticate che come ci è stato spiegato sono state realizzate su telai di antica tradizione.

Il mix di classico e nuovo ha conquistato il tailleur: la giacca è in panno di cashmere e la gonna in tessuto scuba, tessuto tecnico quest’ultimo che si è impossessato anche di alcuni cappotti. L’optical del quadro di Vaserely che abbiamo ammirato sul moodboard ha invaso la maglieria e fodera a sorpresa anche il cappotto a uovo con maniche kimono. Il picche delle carte da gioco emerge a contrasto sui pull d’angora. Le rose punteggiano di rosso cappotti, clothes, skirts, alcuni bomber e spiccano in ricami preziosi fatti di ciniglia e paillettes. Le varsity jacket sono diventate nere con maniche trapuntate e hanno ricami preziosi con la scritta Marani sulla schiena. Il tocco sensuale è garantito dalle forme, dalla perfezione delle silhouette di abiti e gonne e da alcune aperture sapienti ed eleganti sulla schiena. Altri elementi ricorrenti attorno a noi sono la stampa animalier e le pellicce in murmasky colorato.

Regarding the accessories, ci sono borse in cavallino stampato e bijoux con pietre e cristalli Swarovski e poi il dettaglio che più di tutti ci ha colpiti: i piedi delle modelle sono calzati in tronchetti lineari con il tacco avvolto da una spirale di pelle, grintosissimi, rigorosamente bicolore, proposti nelle versioni bianco e nero oppure bianco e rosso.

Angelo Marani ci è apparso sereno mentre rilasciava volentieri interviste, probabilmente conscio di aver portato a compimento un percorso durato mesi. L’atmosfera del backstage era frizzante ma non nevrotica. Ed infine è stato il momento delle vestieriste e degli ultimi ritocchi prima della passerella. Il resto è cronaca ed ormai storia: la tensostruttura nel cortile del Castello gremita, le ragazze che hanno sfilato sicure, gli applausi finali.

of It. Pirrè

 

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