Barbisio evento per i 150 age

Annuso,,fi,Touch,,it,I listen,,it,I hear,,it,I move forward,,it,I do not know where to put your feet,,it,it's pitch dark,,it,Only my hands guide me,,it,What I'm experiencing is a special evening,,it,at the Istituto dei Ciechi in Milan,,it,and it is a sensory journey to discover the brand,,it,historical biellese hat factory that celebrates i,,it,I put my hands on the shoulder of the stranger in front of me,,it,and another rests on mine,,it,We move in single file,,it,we are in,,it,We walk,,it,we hear the voices of the visually impaired guides who tell us about the brand and what to do,,it,One step and I'm in a gravel courtyard,,it,sounds of water,,it,open air,,it,perfumes that draw a visual image albeit without the use of sight,,it,but only of hearing,,it,And then a bridge,,it,shaky certain,,it. Tocco. Ascolto. Sento. Mi sposto in avanti. Non so dove mettere i piedi, è buio pesto. Solo le mie mani mi guidano.

È una serata speciale quella che sto vivendo, is all’Istituto dei Ciechi di Milano, ed è un percorso sensoriale alla scoperta del marchio Barbisio, storico cappellificio biellese che celebra i 150 age.

Entro e appoggio le mani sulla spalla della sconosciuta che ho davanti, e un altro le appoggia sulle mie. Ci muoviamo in fila indiana, siamo in 5. Camminiamo, sentiamo le voci delle guide non vedenti professioniste che ci raccontano il brand e cosa fare.

Un passo e sono in un cortile di ghiaia: suoni d’acqua, nature, aria aperta, profumi che disegnano un’immagine visiva seppur senza l’utilizzo della vista, ma soltanto dell’udito. E poi un ponte, traballante certo, che fa da collante con la prima fase di creazione del cappello Barbisio. Allungo la mano, e tocco il pelo di castoro. Morbida, dolce, sublime materia prima del brand, leggiadra nella sua consistenza, amabile nella sua percezione. Un altro passo, il suono cambia, è quello di una fabbrica. Sento gli operai, le macchine da lavoro, i rumori del tessuto che viene lavorato, del cappello che viene plasmato, rifinito, decorato. Le gambe tremano, il cuore accelera il suo battito, la paura dell’incertezza che viene riempita dall’originalità della serata.

Apro gli occhi. Un aperitivo in luce vestito di foto d’epoca, cimeli e citazioni da film, Books, canzoni che accompagnano tutte le fasi di lavorazione del cappello Barbisio. Un sospiro di sollievo e un cin cin dal sapore sorpreso.

Ed ecco come vivere un’esperienza totalizzante, immersiva, come sentire in modo viscerale tutto ciò che esiste dietro un semplice cappello da indossare. Un’esperienza che insegna “a noi fagocitati dalle immagini, anche il valore del buio per vedere davvero la realtà” (cit. Vergani), costringendoci a usare tutti i sensi, non solo quelli comuni, come fanno loro, le guide specializzate non vedenti che, non di certo per 15 minuti come me, vivono ogni giorno come se avessero gli occhi sempre chiusi.

di Erika Fabiano

 

 

 

1 Comment

  • Reply November 15, 2012

    Lauretta

    Bellissimo. Brava Erika. Ho proprio vissuto quell’esperienza attraverso le tue parole.

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