“Virus Vitreum” di Giuliano Giuman a Roma

E se il mondo diventasse di vetro? Come contagiato da un virus, ogni oggetto si cristallizzerebbe nella trasparenza e rifletterebbe mille bagliori… 

A questo mondo incantato rimanda il viaggio di Virus Vitreum dove le opere di Giuliano Giuman superano il virtuosismo di materia e la forma dei puri oggetti verso un nuovo linguaggio simbolico e concettuale.

A quasi quattro anni di distanza dall’ultima mostra romana Giuliano Giuman torna a Roma con la mostra Virus Vitreum promossa da Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico – Sovrintendenza Capitolina, con il supporto organizzativo e i servizi museali di Zètema Progetto Cultura, e ospitata da giovedì 14 febbraio a domenica 28 aprile 2013 alla Casina delle Civette di Villa Torlonia.

Esposte 23 opere per la maggior parte inedite e legate alla stagione creativa ancora in corso di Giuman. Opere di grandi dimensioni, sculture e installazioni dialogano con la luce di Roma e con i colori di Villa Torlonia in un emozionante percorso,  stimolando il visitatore a coglierne analogie o contrasti.

Con l’opera monumentale Chiodo, una vetrata di quasi due metri per uno, l’ispirazione fa omaggio a quella già esistente del Cambellotti: il disegno rigoroso e geometrico che la caratterizza è enfatizzato per contrasto dai toni accessi e morbidamente sfumati l’uno nell’altro.

Simbolico è poi il dialogo tra l’opera Carovana e la Stanza dei Trifogli che la ospita, dove i simboli della rosa e della cometa, presenti nello stemma Torlonia,  richiamano allegoricamente la meta del cammino e invitano a spedizioni fantastiche.

Nella Stanza delle rondini  l’opera Volare senza ali riprende il tema del volo con vetri dipinti a gran fuoco, sovrapposti e tenuti dal piombo come per le vetrate storiche. Il blu e gli azzurri, colori che caratterizzano l’opera, si accostano a quelli presenti nella stanza. O ancora, con legame meno intuitivo ma altrettanto forte, nella Stanza della fata l’opera Narciso dialoga per contrasto formale con i vetri opalescenti, impreziositi da gemme, della vetrata di Cambellotti.

credit Michela De Nicola

 

 

 

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