Firenze 20 giugno 2012
Perché occuparsi di vino? La risposta del Principe Pampaleoni è semplice: “Il vino mi interessa perché così presente e simbolico in liturgie e celebrazioni di religione, di amore e di vita felice”.
Ed ecco qua uno Zibaldone di vini, che spazia dal Chianti al Merlot, dal Sirah al Trebbiano, dal Sangiovese Rosè al Vinsanto, dal Franciacorta al Lambrusco, dalla Malvasia al Prosecco e molto altro. Diciassette etichette di rossi, dieci di bianchi, quattro di rosè, due di vini dolci e infine quattro proposte di spumante.
I vini del Principe Pampaleoni provengono da diversi latifondisti d’Italia con prevalenza della Toscana per i Rossi, le bollicine dal Nord e con interessanti divagazioni dal Sud.
Le speciali etichette, ironiche e talvolta provocatorie, sono nate dalla cultura e dell’estro di Gianfranco Pampaloni, la cui realizzazione grafica è stata realizzata in collaborazione con Simonetta Doni diStudio Doni & Associati.
Tra quelle da citare: “Rubato di Toscana” che è un Super Tuscan, sempre buono perché scelto tra le più preziose vigne dopo lunghi appostamenti, vendemmiato di notte per evitare ossidazione e altri grossi problemi, Denominazione di Origine Poco Controllata; “Alchool Tester” richiama la tabella ottotipica dell’oculista;“Sottacqua” è vino bianco da pesce degustato dal pesce stesso; “Tardivo”, suo malgrado, vendemmia lunghissima per incapacità dei raccoglitori; “Principe di Riserva” a seguito di Reali giustamente espulsi è necessario un rimpiazzo e molte altre etichette ricche di storia da scoprire e da assaggiare.
Non casuale neanche il nome Spartaco, riferito al grande eroe mai esaltato dai sudditi italiani piuttosto inclini a farsi dominare da duci e monarchi del nord. E come Spartaco, Pampaleoni, è insofferente per la dittatura dei sommelier e preferisce il confronto leale tra produttori nella popolare arena dei bevitori senza giudici.
Come il suo omonimo e glorioso antenato, il Principe Spartaco XIX vuole liberare l’uomo dalla schiavitù, in particolare da quella imposta dalla natura, facendo ricorso ai suoi OGM. Quelli di Spartaco sono Organismi Giustamente e non Geneticamente Modificati, perché egli rispetta l’esclusiva e bizzarra volontà divina di stabilire la genetica dei curiosi esseri del creato, assegnandoun nome alle cose del mondo organico e inorganico, che ne riveli e talvolta ne riesca a mutare, anche l’intima natura.
Nulla è casuale per il Principe Pampaleoni, esemplare è la scelta di chiamare un vino rosso: VINO DA UOMO. Alle donne dell’antica Roma non era consentito bere vini rossi che avevano quel sapore forte “virus”. Con il termine virus si indicava anche il gusto del salmastro, il veleno e infine il seme genitale maschile, cosi riportava Varrone. E da qui deriva lo “Ius osculi”: l’uomo romano aveva il diritto di baciare una congiunta per capire se avesse bevuto del vino proibito.
Il Principe Pampaleoni ha creato unacharityliason con PROGETTO ITACA FIRENZE, associazione che è stata costituita con la missione di attivare iniziative di prevenzione, solidarietà, supporto e riabilitazione rivolte a persone affette da disagio psichico per permettere loro una migliore qualità di vita e di dare un sostegno alle loro famiglie.
In particolare, tutto il ricavato della vendita del vino durante l’evento del 20 giugno viene devoluto al Progetto Itaca.
Seppure il caldo opprimente, la miriade di eventi concentrati nella stessa giornata, all’evento hanno preso parte davvero in tanti, chiamati all’appello dalla nota p.r. fiorentina Moreschina Fabricotti.
Cocktail on the road, proprio davanti alla boutique Pampaloni di via Porta Rossa, con un bicchiere di vino del Principe e un panino con porchetta…che è stato davvero apprezzato.
evgenialunekova
Evento dei Vini de Principe Pampaleoni e stato veramente um fenomeno nuovo che me ha piaciuto molto. Vado a partilhare nel mio facebook.