“Vetrina Toscana Lab – Comunicare il Gusto”

Il 1 dicembre si è tenuta alla Fortezza da Basso di Firenze “Vetrina Toscana Lab – Comunicare il Gusto”. La giornata è stata l’occasione per tracciare lo stato dell’arte sul progetto di Vetrina Toscana e ha chiamato a raccolta operatori del settore e tutti i soggetti coinvolti negli ultimi 3 anni: ristoratori, musei, istituti alberghieri, Consorzi di prodotti tipici.
Cuore dell’evento un talk show dal titolo: “Un nuovo modello di informazione enogastronomica” moderato dall’autore e regista televisivo Carlo Raspollini, a cui sono intervenuti: Enzo Vizzari direttore della Guida dell’Espresso, Marcello Masi direttore del TG 2, Anna Prandoni direttore de La Cucina Italiana, Alessandro Regoli direttore di Winenews, Ornella D’Alessio giornalista di Dove, Carlo Cambi giornalista e autore RAI, Paolo Pellegrini per La Nazione, Corrado Benzio per Il Tirreno, Eugenio Tassini vice direttore de Il Corriere Fiorentino, Stefano Tesi, presidente dell’ASET (Associazione Stampa Enogastroagrolimentare Toscana), Leonardo Romanelli giornalista enogastronomico, Pietro di Lazzaro per RAI 3 Toscana e l’assessore Sara Nocentini.
Sul rapporto tra informazione e comunicazione hanno posto l’accento Paolo Pellegrini e Stefano Tesi. “Non c’è bisogno di un nuovo modello di informazione nell’enogastronomia – ha detto Pellegrini – nel senso che ce ne sono già molti. Bisogna stare attenti a non banalizzare il cibo e a non santificare troppo gli chef e l’informazione del settore ha questa responsabilità”.
Sui nuovi media sono intervenuti Anna Prandoni e Carlo Cambi. Dell’importanza di come si esporta l’immagine della cultura toscana a tavola ha parlato Enzo Vizzari, che ha affermato: “La cucina è fatta di scienza, il cuoco può far divertire ma non è un artista, semmai un artigiano. La sovraesposizione della figura del cuoco è dovuta in gran parte a delle maratone televisive incentrate su questa figura e dalla marea di informazioni da molti media” e ha proseguito: “E’ valsa la pena affrontare la questione su come comunicare l’enogastronomia, come abbiamo fatto oggi. Il mio suggerimento è di lavorare non solo sui prodotti e sui territori, ma su come portiamo fuori questo messaggio.”.
Del rapporto tra televisione e cucina ha parlato Marcello Masi, che ha dichiarato “Il salto di qualità lo deve fare la comunicazione generalista, quella rivolta ai 60 milioni di italiani. Il nostro non è più un lavoro di nicchia, dobbiamo avere la voglia di trasmettere passione per questo mondo, anche con messaggi più semplici e comprensibili a molte più persone. Perché l’enogastronomia è economia, il futuro economico dell’Italia e dobbiamo investire in quella direzione”.
Per Leonardo Romanelli: “La tv è un mezzo popolare che ha i suoi tempi che vanni rispettati. Piuttosto che snobbarla, si dovrebbe invece investire di più in formazione perché, ad esempio, i ragazzi che frequentano l’istituto alberghiero capiscano che fare il cuoco è un mestiere che richiede passione, energia e fatica e non è come appare negli show”.
Sull’agricoltura e sulla necessità di valorizzare di più il lavoro della terra ha posto l’accento Alessandro Regoli: “Destesto la pornografia dei cibi e dei social media che propongono a ogni ora immagini e ricette di piatti. La nostra testata vuole tornare ai prodotti, raccontare la filiera, i territori da conservare e la tutela della biodiversità. Ridiamo importanza al lavoro dei contadini e dei produttori di vino: l’agricoltura si può anche raccontare attraverso curiosità, tendenze. Così facendo, ci difendiamo anche dai furti che avvengono quotidianamente del made in Italy”. Sempre sulla terra ha richiamato l’attenzione Ornella D’Alessio: “La Toscana può comunicare, tramite i propri piatti e prodotti, la propria terra, i suoi paesaggi. Valorizziamo e caratterizziamo di più la terra, che dà origine alla tradizione culinaria”. Inoltre ha affermato: “Credo che le iniziative che portano le cene e gli spettacoli dentro i musei regionali, magari meno noti, siano assolutamente da ripetere e sviluppare ulteriormente”.
Sull’importanza del prodotto e della storia del territorio si è soffermata l’assessore Sara Nocentini: “Pensiamo – ha affermato – che i prodotti siano la chiave di lettura dei nostri territori: essere toscani vuol dire dare importanza al momento dello stare a tavola, al tempo che occorre per la preparazione dei piatti. Essere competitivi per la nostra Regione vuol dire rivolgersi a uomini e donne che vogliono scoprire qualcosa. Vetrina Toscana e la Settimana della Cultura ci hanno insegnato che si può fare un salto di qualità in questo processo se la comunicazione punta sulla specificità”.

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