Sfilata di auto d’epoca del CMAE

Giunto alla sesta edizione lo storico trofeo automobilistico milanese, fortemente voluta dal presidente del CMAE Arch. Marco Galassi,  non delude le aspettative.

Tra macchine di primissimo livello tra cui Ferrari, Bentley, Jaguar, Mercedes, Lancia, Alfa Romeo e tante altre, il panorama di questo ormai consolidato evento non delude le aspettative del numerosissimo pubblico che ha affollato le vie del centro ed in particolare la Piazza Castello per vedere da  vicino un tesoro collezionistico che negli anni trova sempre più adepti.

Come ogni anno il trofeo Milano vuole ripercorrere la “storia dell’automobile”con pezzi rari e rappresentativi.

Dalle  vetture anni 20′  e 30′ alle sportive degli anni  40′ e 50′ per passare poi alle auto  che hanno segnato il miracolo economico  degli anni’60 ,per terminare con i mitici anni’70.

Partenza dalle tribune del Parco dell’Idroscalo, percorrendo un tragitto di 70 km nelle selezionate campagne lombarde fino al Lodigiano. Lungo il percorso, tra cascine e risaie, i partecipanti si sono destreggiati in alcune prove di abilità fra le quali la Caccia Fotografica e le gare di regolarità.

La prima tappa si è svolta nella cornice tardo barocca di  Villa Litta Carini ad Orio Litta (Lodi) dove le oltre 100 vetture hanno goduto di un meritato riposo mentre i loro proprietari si concedevano un lauto e raffinato pranzo.

Nel pomeriggio le prestigiose auto sono ripartite alla volta di Milano con arrivo nella splendida cornice del Castello Sforzesco dove una ad una sono state presentate all’arrivo di fronte a centinaia di curiosi ed appassionati. La sfilata è terminata a Piazza del Cannone dove le splendide protagoniste sono state parcheggiate una di fianco all’altra fino a tarda sera.

Non poteva mancare la cena e premiazione nella cornice  del Salone d’Onore del Palazzo della Triennale,  allietata dalla musicadel Maestro Martino Lurani Cernuschi al pianoforte.

Tra gli ospiti illustri, l’AD della “Ramazzotti” come sponsor dell’evento, un erede  “Gillette” ed alcune famiglie che nonostante la loro raffinata riservatezza, hanno lasciato intuire l’importanza che le loro generazioni passate hanno avuto nello sviluppo dell’ industria automobilistica italiana.

di Giada Pirro Di Negro

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