L’arte russa d’un secolo fa. Chi è più inquieto d’un artista?

 

Se li osservi attentamente noti che la popolazione russa d’occidentale ha ben poco, bensì molto d’orientale. Come del resto figura la loro arte. La nuova mostra di Palazzo Strozzi stavolta accoglie ben 130 opere di gran spessore, veramente eccelse, arrivate da Mosca e San Pietroburgo e comprendenti  insieme ai dipinti, oggettistica, sculture, acquarelli, disegni  del repertorio etnoantropologico e incisioni popolari.

E mentre vedi questo nelle ampie sale dedicate a L’Avanguardia Russa, la Siberia e l’Oriente, è facile ‘perdersi’ verso spazi sterminati in preda ad una grande suggestione  che non coglie uguali nemmeno al confronto con la ‘Sindrome di  Sthendal’. Questo è un popolo che dalla rivoluzione comunista poco a poco si è trasformato sino a divenir Unione Sovietica, ed è giusto osservare che nel Novecento  fu data larga via alla sperimentazione da parte di questi artisti; le avanguardie presero ‘campo’, rischiando però gli artisti  morti atroci nei ‘gulag’, in quanto l’astratto era veramente poco gradito ai superiori. Fu gioco-forza per molti  cambiar genere verso espressioni figurative di gran colore, dove la psicologia serviva il giusto. Ma il mondo è sempre stato pieno d’impavidi, e quindi…Significative nel parterre, durante la presentazione, le parole di Cristina Acidini – soprintendente al Polo Museale – mentre osserva che è basilare assieme alle  altre correnti pittoriche,  conoscere anche l’Avanguardia russa di Siberia e Oriente: “non dimentichiamoci inoltre che tanti russi hanno visitato Firenze e questo è da considerare una filiera di rapporti dai forti legami storici.”

Doveroso osservare che la mostra, curata  da John E. Bowlt, Nicoletta Misler, ed Evgenia Petrova, è realizzata anche con il contributo dell’Ente Cassa  Risparmio di Firenze, main sponsor e Toscana Energia. Sino al 19 gennaio 2014 è possibile vedere la raccolta che spiega la complessa relazione tra l’arte russa e l’Oriente.

Tali artisti, chiamati anche “ i nuovi barbari “ dell’Avanguardia, nello sviluppare le loro idee estetiche e teoretiche appena prima della rivoluzione d’ottobre del 1917, sono nomi di tutto rispetto: coloro  che si affacciano a Palazzo Strozzi, rispondono ai nomi di: Wassily Kandisky, Kazimir Malevic, Pavel Filonov, Alexandre Benois, Natal’ja Goncarova, Lèon Bakst Alexandre Benois ed altri ancora; persone capaci d’aver influenzato più d’un secolo fa lo sviluppo dell’arte moderna in un sottile gioco che volge  alla cultura in senso antropologico, ribadendo l’importanza delle fonti orientali  nonché euroasiatiche nel Modernismo Russo. Verso la fine dell’Ottocento e primi del Novecento,  le correnti del tardo realismo, simbolismo, cubofuturismo ma anche suprematismo e costruttivismo, vennero influenzate da arie nuove: soffiava forte quel vento inquieto  che tirava verso est e quindi fu quasi dovere dar  giusto tributo all’Oriente ponendo su tela  non solo la  steppa siberiana e  la Mongolia, ma anche l’India, Il Tibet, la  Cina, il  Giappone, le isole… Giava, Siam, Ceylon, terre magiche ed affascinanti, da sempre mete di  riflessioni meditative, ricerca d’interiorità, ove la purezza incontaminata del ‘vuoto’ – gli artisti vivono sempre tra le nuvole –  permetteva loro  il confronto  con l’esotico e l’imprevedibile.  Già lo zar Nicola, futuro zar di tutte le  Russie, nel 1890 s’imbarcò da Trieste  verso quel viaggio che doveva rafforzare le relazioni con i popoli della frontiera orientale dell’Impero.

Nelle scorribande sinuose, dove si intersecano distese ghiacciate e deserti sterminati, viene approfondita l’arte dello sciamanesimo, si lavora a sculture lignee ma anche a figure in pietra del Neolitico, abbracciando teorie teosofiche ed antroposofiche, assieme alla filosofia indiana. Kalmakov, con tutto quel verde, presenta “Donna con serpenti” seguito dall’artista Chanty mentre porge questa grande esilità di legno in betulla che risponde al nome di: “Spirito protettore della caccia e della pesca”.  Seguono ‘Aquila’, “Vento, Nostalgia del bosco” ed una ‘Civetta’ inquietante qual “Spirito adiutore dello sciamano”. Più che particolare la “Figura taumaturgica Orso” risalente agli inizi del XX,  secolo col triangolo di volto e rettangolo di busto, alle braccia seguono ‘palette’ usate del resto anche per i piedi.

 L’opera di Alekesej Stepanov è di gran purezza:” Lupi nella notte” impaurisce e nello stesso tempo magnetizza mentre gli animali osservano con aria indagatrice. E gli ululati arrivano…

Signori, tra fuoco e ghiaccio, ecco a voi l’Immensità.

di  Carla Cavicchini  

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L’Avanguardia russa, la Siberia e l’Oriente.
Kandinsky, Malevič, Filonov, Gončarova.
27 settembre 2013-19 gennaio 2014

Orari mostra

Tutti i giorni (inclusi i festivi) 9.00-20.00
Giovedì 9.00-23.00
Accesso in mostra consentito fino a un’ora prima dell’orario di chiusura.

Biglietti

Intero € 10,00
Ridotto € 8,50; 8,00; 7,50
Gruppi scuole e studenti € 4,00

 

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