Gianluca Soldi: blazer blu e creatività

 

L’eleganza per me raramente è legata all’esteriorità tout court, ma si riferisce sempre all’eleganza dello spirito, alla tua storia, il tuo essere…trovo che le persone gentili siano sempre eleganti”.

Chi sarà mai il nostro intervistato. Vi do qualche altro indizio. E’ vergine ascendente cancro, laureato in lettere e filosofia con indirizzo storia dell’arte,“dopo aver abbandonato l’idea di intraprendere degli studi nel settore ed essermi rivolto ad altro, un giorno mi chiama una mia carissima amica e mi informa che l’istituto Polimoda organizzava dei corsi in Design della calzatura a numero chiuso,  ci sarebbe stato un esame da sostenere. Mi sprona a tentare la prova di ammissione, lo faccio, sono ammesso e da lì è cominciato tutto”.

Vi presento il designer Gianluca Soldi.

Una grande passione ed amore per il disegno fin da piccoloera un gioco bellissimo per me; però ricordo anche che a seguito di un regalo fattomi da mio padre, un libro sull’Antico Egitto, per anni ho sognato di fare l’archeologo…oggi ci ripenso e rido! Quando si è piccoli la fantasia non ha confini. Ma ho sempre amato la moda e la creatività, un destino direi, un percorso forse”.

C’è una persona della tua famiglia a cui sei particolarmente legato?

Si. Maria la mia nonna materna, una vera e propria eroina del secolo scorso per me. Ne’ io mi stancavo di ascoltare, ne lei di raccontare per l’ennesima volta i tempi terribili della Seconda Guerra Mondiale;  racconti al pari dell’ Iliade ed Odissea per me che ero bambino. Racconti che parlavano di morte, di solitudine, di paura, di fame ma anche di speranza e bellezza. Chiunque abbia superato quell’orrendo periodo ne porta con se’ le tracce per il resto della vita. Penso che il suo carattere, il suo senso pratico, il fare autoritario ma anche la grande generosità siano frutto di quell’esperienza che non può non incidere sulla tua personalità. Dalla mia famiglia ho appreso invece ad essere sempre sincero, per prima cosa con noi stessi…e non sempre è facile”.

Concordo con te. Le esperienze vissute in prima persone come quelle ti forgiano per tutta la vita e ti fanno apprezzare meglio il bello del mondo. Ma torniamo alla tua storia. Come molti hai preso la strada per Milano, so che hai lavorato per Dolce & Gabbana e poi Versace.

Si, ma mi piace ricordare  anche dei tanti piccoli lavori da studente per mantenermi agli studi. Cameriere, barista, guida turistica e uno che ancora ricordo con piacere; assistente alla sezione didattica del museo Marino Marini di Firenze. Erano ore di laboratorio nelle quali, dopo una visita al museo, si assistevano i bambini dai 3 ai 9 anni alle prime esperienze con l’arte! Più erano cuccioli e più erano creativi era incredibile, veri artisti”.
 
Gianluca ci racconti una tua giornata tipo.

Per un designer free lance non penso esistano giornate tipo, un giorno sei in viaggio per l’azienda per cui lavori, un altro sei alla ricerca di spunti per nuovi progetti, o sei ancora in viaggio, o in giro per la tua città tra biblioteche, librerie e negozi. Infine ci sono periodi di reclusione in cui si fanno le corse contro il tempo per l’uscita della collezione. Proprio questa libertà è la cosa che più apprezzo del mio lavoro. La possibilità di darti una struttura che si confà alla tua personalità; potermi gestire secondo le mie esigenze e non secondo quelle di una grande multinazionale. Il lavoro dei creativi non si può  imbrigliare secondo mere logiche d’ufficio. Per questo credo che lo stato di free lance sia più adatto ad un designer”.
Cos’è per te la bellezza?

Con il tempo anche la percezione e il concetto di bellezza si trasforma. Qualche anno fa per me era legata ad un qualcosa di tattile, sensoriale, legato alla realtà; oggi invece è un concetto che si lega più alla sfera emotiva, non qualcosa che si vede ma qualcosa che si “sente”. E’ quell’attimo in cui intravedi le possibilità del reale”.

E che rapporto hai con l’arte?

Di grande rispetto, soprattutto per gli artisti, sono loro i veri creativi. Totalmente assorti nei loro processi, nelle loro poetiche; assolutamente inutili da un punto di vista pratico ma vitali per l’anima!”.
 
C’è una città in cui ti piacerebbe vivere?

Per anni ho sognato Parigi poi finalmente l’ho frequentata per un po’ e ne sono rimasto un po’ deluso direi…caotica, grigia, snob…io sognavo la Parigi di “Midnight in Paris”.
 
Una classica domanda per uno che vive nella moda. Qual’è il capo o accessorio fondamentale per un uomo e per una donna?

Due sono i capi che non dovrebbero mai mancare nel guardaroba di entrambi: blazer blu e camicia bianca! Noioso? No, evergreen! Da zero a novant’anni tutti appaiono più belli con questi indumenti!  Le persone non dovrebbero mai apparire quello che non sono. Trovo patetici tutti coloro che inseguono il tempo che passa, con risultati al limite della realtà”.
Tuo rapporto con la moda?

Amore e odio come in tutte le grandi storie d’amore che si rispettino”.

Fantastico, appoggio in pieno. Se  dico “shopping” che cosa ti viene subito in mente?

Dipendenza”.
Oltre
ad essere un bravo designer sai anche cucinare? Lo chiedo sempre perché cerco di scroccare prima o poi un invito  a casa dei miei intervistati.

No, non amo cucinare, ma sono una buona forchetta, lo chef di solito è il mio compagno David”.

Mi è andata male! Ma abbiamo dato anche questa news ai nostri amici. Sei fidanzato! Sono felice per te. E quanto conta per te l’amicizia?

E’ importante. Ho rivisto da poco una amica cara che non sentivo e vedevo da tantissimo. Ma con le amicizie vere accade che quando ti ritrovi è come tornare a casa. …si tornare a casa!”.

Tuo sogno nel cassetto?

Mi piacerebbe poter fare qualcosa per le giovani generazioni che vogliono avvicinarsi al mondo della moda ma non hanno i mezzi finanziari per farlo, non so una fondazione o una scuola, un luogo dove solo il talento e non il censo diventa discriminante per poter accedere”.

Direi un gran bel sogno! Ultima domanda e poi ti libero dalla mia presenza. Pensa ad un colore?

Rosso, da’ energia…mette allegria e ti fa’ innamorare!”.

E noi ci siamo innamorati del sogno di Gianluca e gli auguriamo  di raggiungere alti traguardi…e non dimenticarti di Noi!

di A. Raffaelli

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