Massimo Ranieri in Viviani Varietà

Inserirsi con uno spettacolo di Varietà in un Maggio di grande forza come quello 2012, dedicato al Viaggio, è stata un’operazione ardita, interessante e coraggiosa.

Massimo Ranieri, ragazzo sessantunenne , agile e vivace come negli anni verdi, si dice particolarmente ispirato da Firenze e dal pubblico fiorentino. Lo  adora, ricambiato, dai tempi di Metello ed è apparso a suo agio alla serata di sabato 9 giugno alla Pergola.

Una scena scarna animata  da voci, movenze e costumi  per questo Viviani Varietà. Il lungo sottotitolo Poesie, parole e musiche del Teatro di Varietà di Raffaele Viviani, messo in prova nel 1929 sul piroscafo Duilio in viaggio da Napoli a Buenos Aires, ci anticipa il senso dello spettacolo, concepito dal duo Ranieri Scaparro come la  ricostruzione della tourné del 1929.  Viviani è immaginato sulla nave alle prese con la preparazione dello spettacolo che sarà visto in anteprima proprio sulla Duilio. Ad alleviare, coi suoi canti scenici, coi timbri e i gesti degli esterni popolari napoletani, una nave piena di  emigranti che, da Napoli,  partono massicciamente per il Sudamerica in tempi di dura crisi.

Con queste premesse ci  aspettavamo di assaporare un po’ di quella speranzosa, rassegnata disperazione dei nostri emigranti, che rinunciavano a vivere in Italia  per un avvenire incerto. Nessun cenno nello spettacolo, invece, a questo equipaggio che la nave porta con sé attraverso il mare. Nel primo atto solo la lenta preparazione dello spettacolo di Varietà che si  svolge  poi alla grande, ma solo  nel secondo atto. Che ci abbia abituato male l’Opera, sempre così complessa, densa di eventi, spesso intricati ed incalzanti, a pensare che nel primo atto  non succede granché? Grande attenzione, comunque, nel pubblico, soprattutto in quello con poca dimestichezza del dialetto napoletano, per una difficoltà da sottotitoli.

Entusiastici comunque gli applausi.

Grazie soprattutto a Massimo Ranieri, per tutto lo spettacolo  il ragazzo di sempre,  che si gode il successo  con simpatica modestia, attribuendolo alla benevolenza del pubblico più che al suo grande impegno. Durante l’intervista  accenna solo che ha dovuto fare i salti mortali, pieno di spettacoli com’è, per portare a termine anche questo, richiestogli dalle due Fondazioni, Pergola e Teatro Comunale. Considerandolo  un grande onore ed una opportunità  che gli ha permesso di visionare gli scritti inediti del grande Raffaele Viviani per creare  il personaggio di questo  testimone-inventore del Varietà .

di L. Evangelisti

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