Desirée Rancatore: between work and fashion

Grandissimo successo per il tradizionale concerto di Capodanno che ha avuto luogo al Teatro La Fenice di Venezia: è stato dato il benvenuto all’ anno nuovo festeggiando il bicentenario dalla nascita di Giuseppe Verdi con un programma quasi interamente dedicato al grande compositore. Una pioggia di applausi, a conclusione, in un Teatro completamente esaurito. Per il giovane soprano palermitano Desirée Rancatore, diretta da Sir John Eliot Gardiner è stato un ennesimo trionfo.

Il Teatro La Fenice, è un luogo che emana magia e consente di respirare atmosfere cariche di memorie irripetibili: può descrivere i suoi momenti più suggestivi ed emozionanti del concerto di Capodanno e la sua consuetudine con una città come Venezia ?

A Venice sono molto legata; negli ultimi tre anni ho cantato spesso in questo bellissimo teatro, dall’acustica magica. E sempre in spettacoli di grande successo…Il concerto di quest’anno rappresentava la mia seconda esperienza di capodanno alla Fenice, in diretta su Rai Uno… Indeed, avevo avuto già questo piacere due anni fa ( e sono l’ artista femminile che per prima è stata rinvitata a questo evento).

It ‘ stata un esperienza bellissima, grandi emozioni condivise con il grande Maestro Gardiner e le meravigliose maestranze del teatro!

Del mondo del teatro dell’opera del recente passato conosciamo il glamour e il senso del divismo. Cosa significa oggi essere una cantante di primo livello mondiale, come Lei è? Pregi e difetti di un ambiente che per sua natura è al contempo ‘dorato’ ed insidioso

Beh .. Essere una cantante di livello mondiale significa avere delle grandi responsabilità nei confronti del pubblico ed una grande disciplina di vita … Io sono molto devota allo studio e rispetto moltissimo ciò che faccio… Il glamour fa parte comunque del mondo dello spettacolo in generale ed ultimamente forse anche un po’ troppo!

Pregi e difetti di questo mondo? Onestamente non saprei dire… I pregi sono legati all’opportunità di poter cantare pagine di musica bellissime , di potersi calare nelle vite di questi personaggi meravigliosi e di poter fare ciò che si ama come lavoro! Una grande fortuna! I difetti: il non poter a volte lavorare in pace ed essere perseguitati da gente che crede di avere la verità assoluta in mano sempre e sta lì a giudicanti a sproposito (critici a parte, obviously).

Quali sono i cantanti del recente passato che l’hanno colpita di più e perché ( un modello a cui sente di riferirsi)?

Io sono una fan sfegatata della Signora Mariella Devia: per me un mito vivente per tecnica e longevità vocale, un vero esempio ! Ma ammiro tante mie colleghe…una su tutte, Natalie Dessay come artista e come persona, eccezionale! Models? Per tutti noi soprani il modello e’ uno solo: the Callas!! Ma guai a cercare di imitarla… Lei è unica, inimitabile ed immensamente grande!

Banale ma necessaria: in questa fase della sua carriera a quali ruoli si sente più legata? Quale si avvicina di più alla sua personalità? Per un motivo particolare?

Amo profondamente Lucia di Lammermoor and Elvira of Puritani, ma devo dire di amare ogni ruolo che canto. Grazie a Dio ho la possibilità di scegliere cosa cantare e quindi ciò che non mi aggrada o che non sento adatto a me… semplicemente non lo canto! Un ruolo che può somigliarmi e’ Adina dell Elisir d’ amore o la Norina of Don Pasquale!! Capricciosette, peperine, ma in fondo molto buone!

Come si avvicina allo studio di un ruolo? Interpretare un personaggio ( Gilda, Lucia, Adina etc) come influenza la sua dimensione del reale. Quanto resiste nella vita di tutti i giorni?

Per interpretare Lucia ho passato tanti mesi china su libri di psicologia, studi specifici sull’isteria nell’ Ottocento (era una malattia molto diffusa all’ epoca ). La chiave di lettura del personaggio l’ho trovata vedendo un cammeo, se non sbaglio, of Vanessa Redgrave nel film Storia di una capinera of Franco Zeffirelli. L’attrice interpreta una suora rinchiusa in una stanza perché impazzita per amore. Here: per me Lucia e’ esattamente come quella suora. Quando cantai Lakmè passai mesi guardando cose attinenti all’ India. Sempre mi avvicino ad un personaggio studiando rigorosamente il libretto dell opera e analizzando parola per parola, virgola dopo virgola. I personaggi che interpreto rimangono con me per sempre… Ogni giorno della mia vita: non dico che arrivano ad influenzare la mia vita, semplicemente mi accompagnano sempre!

Il palcoscenico con il suo fascino ed i suoi pericoli: cosa prova prima di entrare in scena?

Adrenalina pura! Voglia di far bene… Emozione… Dubbi… Tutto ciò insieme! Un cocktail di grandi emozioni!

Si dice che gli artisti siano persone particolari, per certi versi eccezionali, cui guardare con ammirazione e stupore. Cosa vuol dire oggi, secondo lei, essere una cantante lirica?

Significa essere una professionista della musica, avere il privilegio di potersi esibire davanti ad un pubblico, di poter essere un punto di riferimento per tanti giovani che si accostano a questo ambiente e di portare gioia a chi ama questo mondo.

Quali sono i pregi ed i difetti per chi svolge tale professione?

Questa e’ una professione DURA. A volte, nell’ immaginario collettivo, si finisce per vedere solo i “lustrini” di questo impegno. Non è così… Il nostro è un lavoro fatto di immense solitudini, di grandi sacrifici e studio continuo ed ore di prove su un palcoscenico. Il pregio finale, come ho detto prima, è quello di poter esprimere la propria arte!

Negli ultimi venti anni il modo dell’opera è stato fortemente pervaso (o invaso) dalla dimensione mediatica. Molto è cambiato a cominciare dal rapporto del pubblico con l’ immagine vera e propria del teatro musicale. Che rapporto ha un cantante con l’ aesthetics, con la bellezza, con la moda?

Forse, negli ultimi tempi, esigenze di marketing e l’attenzione all’immagine hanno preso troppo, rischiando così di tralascia l’aspetto meritocratico che invece deve far parte di questo meccanismo. Tuttavia e’ così e ci si deve adattare. Credo che in una realtà in cui il cinema e la TV propongono continuamente modelli da osannare e nei quali identificarsi, anche l’opera non possa fare diversamente. Purtroppo .

Che rapporto Desirée ha con la moda?

Desirée ha un grande rapporto con la moda, avendo fatto anche la scuola per stilista di moda!! Ho sempre amato disegnare vestiti fin da piccola e, se non avessi cantato, credo che avrei fatto quello!! Adoro lo shopping ( di cui sono proprio malata ) e tutto ciò che è moda… Shoes, vestiti, jewelry, accessories: tutto, in short !!

Il costume di scena che ha più amato?

Ne ho amati tanti. Ne ho avuti di magnifici… Ho trovato spettacolari quelli del Maestro Pizzi per l’ opera Europa riconosciuta, alla Scala. Bellissimo quello de Il viaggio a Reims of Dario Fo a Genova… Ma rischio di fare tanti torti non nominandoli quasi tutti!

Da Platone a Schoenberg si è cercato di elaborare una teoria degli affetti in musica: che ne pensa della riflessioni di Kandinskij riguardo al legame tra i colori e le tonalità?

Io a volte associo dei colori alle note. Più salgono e più azzurre e gialle diventano più vendono e più blu scuro! Non so perché, ma la vedo così.

Quale colore sceglierebbe? Per un motivo particolare?

Sfumature dal verde chiaro al blu intenso.

Che posto occupa nella sua vita l’amicizia?

Un bel posto anche se devo curarla a distanza. I miei amici sono i miei amici di sempre: quelli che mi porto dietro dall’ infanzia o dalla adolescenza!

Che rapporto è riuscita ad instaurare con i suoi fans?

Grazie a mezzi come Facebook the Twitter ho la possibilità di scambiare con loro tante opinioni di poter sentire cosa provano, cosa desiderano. Credo di avere un ottimo rapporto con loro e la cosa mi fa un grandissimo piacere. Il mio fan club su Facebook conta quasi 1000 subscribers. La mia pagina ufficiale ha quasi 8000 “I like it”: posso ritenermi molto fortunata ad essere così seguita, maggiormente essendo il mio un ambito “di nicchia” come la lirica.

Prendendo spunto da una frase di Despina in “Così fan tutte”, Fate presto, o cari amici,/Alle faci il fuoco date./E la mensa preparate con ricchezza e nobiltà…” . Qual’è il suo piatto preferito?

Ahahahahahah! La pasta! Perché mi è sempre vietata!!! La mangerei in tutte le maniere!!!

di Claudia Bilotti-Augsdörfer

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