“Every Bottle of Perfume Contains a World”

A Pitti Fragranze, giunto alla sua decima edizione, è stata allestita negli spazi della Stazione Leopolda la mostra “Every Bottle of Perfume Contains a World”, una sorta di mappa olfattiva delle materia prime naturali provenienti da ogni parte del mondo.

La storiadi ognuna queste preziose materie nasconde la storia dei volti, delle mani e delle fatiche delle persone che le coltivano. Il percorso è una presa di contatto con la dimensione umana del processo di creazione del profumo: dalla materia estratta fino alle opere d’olfattive realizzate dagli artisti.

E’ proprio il caso di dire: ogni bottiglia di profumo contiene un mondo.

L’installazione è stata realizzata da Chandeler Burr (uno dei massimi esperti al mondo di fragranze, perfume critic per il New Yok Times, autore di due libri “The Emperor of Scent” e “The Perfect Scent”) con il supporto tecnico di IFF- International Flavors&Fragrances (azienda leader mondiale nella creazione di fragranze e aromi utilizzati in una vasta varietà di prodotti commerciali).

La mostra racconta il lavoro straordinario per ottenere l’essenza che sarà la base o la nota di un profumo.

Storie affascinanti come quella del Vetiver proveniente da Haiti, raccolto a mano o con un carro  trainato da buoi, i contadini ne estraggono le radici dal terreno e le lasciano essiccare finchè il terreno intorno ad esse non si sbriciola. Prima di essere tirate fuori le radici di vetiver devono stare sotto terra almeno due anni.

L’iris dall’Italia: una delle sostanze più costose in profumeria, venduto ad oltre 100,00 euro al chilo di sostanza assolutamente pura. I rizomi usati in profumeria devono trascorrere almeno tre anni sotto terra prima di poter essere estratti. Vengono poi ad invecchiare, in cantine simili a quelle per l’invecchiamento del vino o dei sigari, per un paio d’anni.

Il Patchouli dall’Indonesia: i contadini ripuliscono una superficie nella foresta bruciando gli scarti che verranno utilizzati come concime naturale. Lasciano la terra riposare per due mesi e tornano per piantare le piantine che vengono inizialmente protette contro il sole e poi lasciate crescere senza alcuna interazione per un paio di anni. I contadini tornano poi a cogliere il patchouli che avevano piantato distillando sul posto.

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