Tributo a Walter Albini

Nella cornice del chiostro di Palazzo Isimbardi si celebra il genio di Walter Albini a trent’anni dalla sua scomparsa. 

A presentare il videolavoro sulla sua vita e sulle opere è stata la stessa Giusi Ferrè che, assieme del Cav. Mario Boselli, Presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, ha sottolineato l’importanza della figura del primo stilista italiano che ha generato due rivoluzioni per l’epoca:l’avvento del total look e la creazione della Milano Fashion Week. 

L’evento curato dalla giornalista Giusi Ferrè, con la collaborazione di Matteo Osso, Barbara Curti e Margherita Anna Mulas, è stato l’occasione per veder sfilare alcuni tra i preziosissimi modelli rappresentativi disegnati da Albini nel decennio 1970/80 e facenti parte della vastissima collezione privata di Marisa Curti. Ad aprire e chiudere la sfilata è stata la bellissima testimonial Cotril Ariadna Romero, che è scesa in passerella con un’acconciatura “rock”, caratterizzata dai volumi tipici degli anni’70.

La stampa estera lo descriveva “Bello in modo quasi allarmante”. Walter Albini, al secolo Gualtiero Angelo Albini, comincia la sua attività giovanissimo, collaborando con giornali e riviste di moda prima a Roma poi a Parigi. Nella città della “Vie en Rose” incontra Cocò Chanel e ne rimane folgorato. Krizia ne riconosce il valore e lo affianca ad un Karl Lagerfeld agli esordi.

Disegna per Billy Ballo, Cadette, Krizia maglia, Montedoro, Princess Luciana, Trell, Callaghan, Basile, Misterfox, Escargots e Diamant’s. Verso la fine degli anni ’60, ormai affermato, disegna per le principali piccole industrie, motore della nascente moda italiana, e per marchi internazionali come Cole of California. Il 1970 è l’anno del suo successo grazie alla prima proposta della formula “unimax”: uniformità di taglio e colore per uomo e donna. È anche l’anno della collezione Anagrafe, otto spose rosa in abito lungo, otto vedove in nero corto. Nelle sue linee fa rivivere le atmosfere tipiche degli anni ’20 e ’30, il periodo del cinema hollywoodiano e dei romanzi di Fitzgerald ai quali si ispira. 

Anna Piaggi conia appositamente per lui il termine “stilista”. Fautore e pioniere del total look disegna dal tessuto al bottone, mettendolo in atto prima di tutto personalmente, identificando il suo stile di vita con lo stile creativo, arredando le sue famose case in linea con le sue collezioni di moda e disegnando nella stessa cifra tessuti, arredi, oggetti e vetri. 

Walter Albini si spegne appena quarantaduenne, lasciando a tutti noi un’indimenticabile lezione di stile, intuito e innovazione, che, dopo la sua morte, è stata riletta da molti altri stilisti, alimentandone il mito. 

 

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