L’argentiere e la sua torre

Nuova vita per l’antica torre di Petroio, posta nei pressi del comunce di Trequanda in pr. di Siena, grazie all’intervento di restauro voluto fortemente, e con grande passione, dall’argentiere aretino Giovanni Raspini che l’ha acquistata nel 2013.
Dalla torre medievale detta del Cassero, appartenuta ai Salimbeni e ai Piccolomini, lo sguardo spazia dalla Pienza di Pio II alla ridente Montalcino, dalla Val d’Orcia all’austero Monte Amiata.

torre di petroio giovanni raspini
La torre, alta ventidue metri, è composta da sei piani, ognuno diverso dall’altro e formato da un’unica stanza quadrangolare di circa sedici metri quadrati, al netto del volume delle poderose mura in pietra arenaria, spesse circa due metri e interrotte da feritoie.

petroio_073
L’intervento di restuaro è stato eseguito all’insegna del rispetto e dell’essenzialità. Giovanni Raspini, assieme allo studio Superplum di Arezzo, ha inteso lasciar la torre “nuda”, spoglia di tutto ciò che non le appartiene. Anche negli arredi la scelta si riduce all’essenza a alla funzionalità.
Da antico luogo di presidio essa si trasforma oggi in un microcosmo che accoglie il viaggiatore, in un percorso che, passando dal soddisfacimento dei bisogni materiali, s’innalza verso il sublime. Dall’ingresso, che reca ancora traccia di quello che era il ricovero per gli animali, si accede alla cucina, fornita di camino e bagno, poi al soggiorno, alla camera da letto, alla libreria e, infine, allo studio, la meta del viaggio. Qui, raggiunto il torrino, il panorama circostante è avvolgente: Pienza, Montepulciano, la Val d’Orcia, il Monte Amiata.
Giovanni Raspini ha creato un arredamento in ferro battuto e decorato con sculture in bronzobianco. Una tavola imbandita accoglie i pezzi unici e più eclettici del brand.

torre di petroio giovanni raspini

Be first to comment

Rispondi

Contenuto non disponibile
Consenti i cookie cliccando su "Accetta" nel banner"

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.