Lo Monaco in “Ulisse” al Teatro di Lamezia Terme

Due teli bianchi sul fondo e una barca in posizione perpendicolare alla platea sono la scenografia dell’Ulisse di Valerio Massimo Manfredi che da circa due anni e’ in tournée per i teatri italiani. In un ora e quaranta minuti senza posa, il protagonista Sebastiano Lo Monaco ripercorre i momenti più intensi dei due grandi poemi dell'”epos” omerico.

ulisse sebastiano lo monaco a lamezia terme
Sulle rive della sua amata Itaca,Ulisse di ritorno dalla guerra di Troia e dalle estenuanti peripezie del viaggio, dolorosamente pensa a quanto si poteva evitare. Dal rifiuto di Elena per Penelope alla guerra per riscattare l’onore di Menelao, dalla morte di Patroclo alla fine del conflitto, dall’ astuta mossa del cavallo ,al ritorno in patria. Anche gli “dei”partecipano alla guerra, interferendo con la vita degli eroi, (Athena protegge e consiglia Ulisse dalla giovinezza), giocando con i mortali,loro che mortali non sono,e forse vorrebbero esserlo. Ecco forse perché tanto impeto nei motivi del conflitto…

l'ulisse con sebastiano lo monaco
In quest’opera Manfredi rilegge Ulisse non solo come il furbo o lo scaltro,ma come il saggio che ormai alla fine valuta i danni e medita con grande rammarico su quanta sofferenza e sangue ci siano stati, e quanto il tempo speso per il capriccio di un re per salvaguardare il proprio onore, tempo rubato ai popoli e alle famiglie lasciati a casa ,casa come Itaca ormai preda dei “proci”.
Non si dilunga molto sull’Odissea; il “nostos” è finito e l’eroe è arrivato finalmente sulle rive della sua amata isola, riprende il controllo del suo palazzo dopo il riconoscimento dalla sua amata Penelope.
Tutto lo spettacolo si regge su quattro attori: Lo Monaco sempre in scena, a rotazione coprendo tutti gli altri personaggi M.R. Carli, T. Moricca, C.Calderone.
Quattordici musicisti della “Sax in Progress” di Campobasso irrompono sulla scena, creando quell’intermezzo musicale che accompagna le scene intensificandone i toni emotivi.

Credit photo Ennio Stranieri

di Giovanni Pileggi

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