La pianta del caffè è tossica anche per l’uomo? Ecco qualche informazione utile

Il caffè è una delle bevande più popolari al mondo. Caratterizzato dal suo profumo intenso e caratteristico, il caffè diventa un elemento di socialità e di ritualità. Grazie alla pianta del caffè possiamo gustarci una bevanda eroica che ci sostiene dal mattino, aiutando ad alzarci, fino alla sera. Non solo, le proprietà di questa pianta sono in grado di sostenere e migliorare le nostre prestazioni psico-fisiche ed è comprovato come migliori la concentrazione sia in discipline fisiche che in vari giochi da competizione, anche come quelli su Voglia di Vincere Casinò Online.

La caffeina è la sostanza più nota che caratterizza il caffè ed è anche la sostanza che rende la pianta del caffè leggermente tossica. Molte piante in natura producono sostanze irritanti con lo scopo di difendersi, così fa anche la pianta del caffè. Infatti la caffeina allontana gli insetti per permettere alla pianta di crescere agendo come un insetticida.  E’ contenuta anche nelle foglie che, quando cadono a terra, limitano lo sviluppo di altre piante assicurando acqua e sostanze nutritive alla pianta di caffè.

Inoltre crea dipendenza, infatti api e altri insetti impollinatori tendono a preferire i fiori del caffè perché rimangono assuefatti dalla caffeina contenuta nel nettare (speriamo non sia lo stesso per il calabrone gigante asiatico). La caffeina agisce sul sistema cardiovascolare, urinario e nervoso, ma per l’uomo e per gli animali diventa tossica solo se ingerita.

Data la diffusione del frutto della pianta del caffè possiamo capire che la caffeina non ha effetti letali, ma può provocare malessere. La sua tossicità però è legata alla quantità di sostanza assunta.  Dopo gli studi condotti, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare, ha stabilito in 4 tazzine il numero massimo di caffè che si possono bere durante una giornata. E’ stabilito infatti che la quantità di caffeina per un adulto è di 400 milligrammi e una tazzina contiene da 70 ai 100 milligrammi di caffè.

Tuttavia il caffè produce anche benefici che sono spesso elemento di discussione tra medici e gli estimatori che non vorrebbero rinunciare a gustare questo piccolo piacere. Nonostante l’OMS abbia definito il caffè “componente della dieta non-nutritivo”, questa sostanza contiene nutrienti e sostanze biologicamente attive. Il chicco infatti contiene proteine, carboidrati, minerali come potassio, magnesio, fosforo, calcio e fibre.

E’ abbondante la presenza di acido clorogenico che stimola un’azione lipolitica, cioè un aiuto a bruciare i grassi. In chimica la caffeina è chiamata alcaloide, varia a seconda della qualità del caffè ed è responsabile del gusto amaro della bevanda. La caffeina è la sostanza eccitante che ha reso il caffè famoso fin dall’antichità per le sue proprietà stimolanti. Alcuni studi dimostrano che l’assunzione di due tazze di caffè al giorno aiuterebbe a ridurre il rischio di diabete II. Ma non si ferma qui, la nostra super bevanda ha dimostrato in molti studi, di avere un effetto protettivo per il fegato riducendo il rischio di cirrosi e alcune forme di cancro al fegato, all’esofago, al colon, alla prostata e alcune forme di melanoma.

La pianta del caffè ci ha regalato un frutto che ha anche aspetti negativi. La maggior parte di questi effetti negativi si riscontrano al sistema cardiovascolare e porterebbe anche un aumento di colesterolo LDL e trigliceridi. Il consumo di caffè è inoltre sconsigliato alle donne in attesa di un bebè perché aumenterebbe il rischio di aborto spontaneo, il consiglio è di non superare le tre tazzine al giorno. Anche durante l’allattamento è fortemente sconsigliato perché, nel neonato, causa irritabilità e difficoltà a prendere sonno.

Come ben sanno le persone che soffrono di reflusso gastroesofageo o ulcera gastrica, il caffè aumenta la produzione di succhi gastrici e va quindi ridotto. Inoltre alcuni studi evidenziano l’interazione del caffè con l’assunzione di alcuni farmaci come gli antibiotici. Tutto sommato possiamo ringraziare la pianta del caffè e considerarla un alleato a cui, però, non dare troppa confidenza.

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