La moda uomo in tempo di crisi

Osservando le proposte della moda Uomo 2013 a Pittimmagine, vedo giacche blu di felpa, giacche di tweed destrutturate, abiti gessati in jersey, occhiali da sole che si piegano come cannucce, pantaloni da giorno in materiale avvolgente e modellante, camice da tagliaboschi eleganti, giacconi da caccia adattati alla città, cappelli in jeans, maglioni da pesca urban sexy, papillon in porcellana e pantofole in sughero elastico: il trend maschile gioca decisamente con i suoi elementi tradizionali.

Cambia posto ai materiali tipici, inverte le classicità, permuta tessuti caratteristici di un capo d’abbligliamento con tessuti specifici di un altro. Così il cardigan è fatto di tweed e rifinito in lana e la giacca è di lana bouclé ed è morbida.

Il trend  in tempo di crisi sostituisce, sperimenta nuove vie, cambia elementi per trovare e proporre nuovi modi di essere. Probabilmente perché il corpo maschile non è più ingessato in un solo ruolo prestabilito ma passa da accompagnare i figli a stare al computer, da parcheggiare la macchina ad incontrare un cliente, da un pranzo di lavoro al fare la spesa, da un aperitivo a una cena romantica. Appare così un uomo che si deve poter muovere liberamente nei suoi vestiti, un uomo avvolto in tessuti comodi ma urbano ed elegante nella forma.

Se quindi l’uomo del 2013 è diventato ‘multitasking’,  per par condicio o per crisi, la moda lo ha assecondato, interpretandone una necessità pratica. E lo accompagna in compiti ed occupazioni diversi, con un abbigliamente gratificante.

Ammorbidito, come l’uomo moderno.

di Melissa Pignatelli

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