Il Novecento in mostra: Arte e Vita in Italia tra le due guerre

Lo scorso 2 febbraio, è stata inaugurata presso i Musei di San Domenico a Forlì l’attesissima mostra “Arte e Vita in Italia tra le due guerre”.  La mostra per la sua grandezza, in termini di quantità e di qualità, è destinata a non essere dimenticata.

Non è solo la presenza di capolavori assoluti – uno per tutti, la Grande Baigneuse di Picasso – a impreziosire un’esposizione che colpisce perché fotografa gli anni del Novecento, dal 1916 al 1943, attraverso dipinti, sculture, ceramiche, cartoni per affreschi, opere di grafica, cartelloni murali, mobili, plastici e planimetrie di architetture, oggetti d’arredo, gioielli, abiti, offrendo una visione a tutto tondo del rapporto tra le arti e le espressioni del costume e della vita, confrontando artisti e materiali diversi. L’obiettivo comune era, infatti, quello di ridefinire ogni aspetto della realtà e della vita, passando dal mito classico a una mitologia tutta contemporanea.

Una parte significativa della mostra è dedicata a quella che fu l’espressione più compiuta dell’arte fascista, ossia l’architettura pubblica e la pittura murale: edifici pubblici come i palazzi di giustizia, delle poste, delle università diventarono infatti i veri e propri vessilli del nuovo ordine, diventando segni di un rinnovato rapporto con la grande arte del Quattrocento italiano.  Attraverso i maggiori protagonisti del tempo (pittori come Severini, Casorati, Carrà, De Chirico, Balla, Depero, Cagnaccio di San Pietro, Renato Guttuso, e scultori come Martini, Andreotti, Baroni, Manzù, Rambelli) la mostra rende omaggio a quella rinnovata armonia tra tradizione e modernità, che sciaguratamente si trovò ad offrire, in maniera più o meno consapevole, più o meno volontaria, il proprio sostegno alla dittatura mussoliniana. Accanto alle opere pittoriche, alle sculture e all’architettura il Novecento, che con parto lungo e sofferto vedeva la luce all’indomani della Prima Guerra Mondiale, vide anche il progressivo affermarsi dell’importanza della grafica e del design, della moda e dei manifesti pubblicitari, anch’essi parte integrante nella definizione della nuova estetica sempre più intrecciata alla quotidianità.

Il Comitato scientifico della mostra (presidente Antonio Paolucci, curatore Fernando Mazzocca con Stefano Grandesso, Maria Paola Maino, Ulisse Tramonti, Anna Villari, coordinatore generale Gianfranco Brunelli)  ha spiegato la “filosofia” e i contenuti dell’evento che prende le mosse da uno sguardo oggettivo sul Novecento e le sue realizzazioni, senza nessuna concessione al revisionismo, ma col merito di non avere “silenziato” la bellezza dell’arte che celebrò l’ideologia e i miti del Fascismo.

La mostra sarà visitabile fino al prossimo 16 giugno.

Tutte le informazioni su orari e biglietti si possono trovare sul sito www.mostranovecento.it

di Alessandra Ianni

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