Enrico Coveri in mostra a Prato

La vita è bella. Film contenente una gran morale: quella di scavare e scavare ancora trovando la vera essenza delle cose e farne tesoro.

Autore, Roberto Benigni. Attore, nonché geniaccio di Prato, anche Enrico Coveri che veniva dalla città laniera, dalla cittadina “degli stracci”, segno evidente d’una zona capace di generare una grande creatività. Siamo negli anni Ottanta, periodo di gran fermento dove quel bel ragazzo dal volto aperto e un po’ ironico, fantasioso ad oltranza, gestì’ il mondo della moda in maniera personalissima, ricca di brio e vitalità, collegandola ad un elemento artistico dai risvolti prettamente sociali.

E questo in pieno boom economico: idea vincente…economia impennata!  Andiamo dunque a conoscerlo questo poliedrico creatore, grazie alla mostra  che lo rende protagonista appieno nella nuova sede della Camera di Commercio pratese, sino al 18 di gennaio. Silvana, bionda ed amata sorella,  osserva tutto mentre un’ombra di velo le  copre l’inconfondibile volto dei Coveri, ma poi si riprende; Enrico l’avrebbe voluta  sorridente perché le figure care son sempre accanto a noi. Altissimo e molto somigliante a Enrico è il nipote, Francesco Martini Coveri direttore creativo della maison la cui somiglianza è impressionante. Racconta  lo zio, l’amico allegro, quello che aveva scelto un buon team di persone. “Dotato di grande umanità, dava rilettura delle opere d’arte, lavorando  in contesti  spettacolari: suoi erano gli abbinamenti dello spettacolo con fotografi, dive, appuntamenti importanti, arte, eventi…era un creatore a 360° e soprattutto uomo di grande onestà intellettuale: questo spazio è una cornice meravigliosa che guarda al mercato nazionale ed internazionale”.

E noi aggiungiamo un messaggio coraggioso che spazia rimanendo sempre contemporaneo.

La mostra peraltro ci fa riflettere sull’importanza della salvaguardia del marchio . Il ‘falso’ nuoce all’economia in modo straordinario, e minaccia da vicino l’equilibrio economico delle imprese, quelle ‘sane’ .

Ma torniamo al nostro. Paillettes e profumo. Una fragranza  chiamata proprio con tal nome lucente e tanti lustrini, simboli suoi, che sapeva ben mettere, aggiustare, illuminando chi li indossava.  L’arte era la sua gran passione e i guru ricambiavano il suo slancio, il suo impeto, ritraendolo come fece quel portento nonché inventore, Andy Warhol, figura principe della pop-art che immortalò il suo bel volto, coi  grandi occhi, in giochi raffinatissimi dominati dal fucsia e dall’azzurro. Osserviamolo il grande Enrico mentre, stupito, appoggia la mano sulla guancia e la creatività lo imprime. Stupito ma anche irriverente, come lo presenta l’altra foto con le mani ‘marameo’ presso la mostra nella fertile ‘Prao’.

Delizioso quel gioco rigorosamente black – white  dove egli sorride contagiando persone famose, grandi vip e dame, quali “La Begum”, La Toya Jackson, Jackie Collins, Micheal Douglas, Rita Levi Montalcini, Dalila Di Lazzaro, Marcella Bella,  Sinatra,  Giorgio Gaber e moglie, Liza Minnelli, Marisa Berenson, Lady Dyana, Michele Placido, Vittorio Gasman, Eleonora Giorgi e tanti, tanti altri ancora.

Proseguendo vediamo manichini sapientemente vestiti d’abiti originali, video, fotografie e  ‘mille’ copertine che la stampa gli dedicava. Ancora,  quei pannelli enormi ricchi di fascino e luxury, dove campeggiano modelle meravigliose, dalle lunghe gambe, e  corpi mozzafiato. Qualche nome? La venere nera, Naomi Campbell, Claudia Evangelisti, Carrè Otis, Christy Turlington, Claudia  Schiffer,  ed anche una giovanissima Sthepanie di Monaco dal sorriso birichino per un’immagine ‘zeppa’ di ‘colors’ sgargianti. Tal lavoro altamente  sapiente arrivato dall’archivio della maison ‘Coveri’, prende corpo da tre stimatissimi curatori: Luigi Salvioli, Martina Corgnati e Ugo Volli, abili nel creare quel bel tratto espositivo  in epoca di gran fermento, ove Coveri stesso, uno dei rappresentanti  del Made in Italy, riuscì a coniugare la moda con la cultura e tutti  quegli aspetti che segnarono un epoca.

Una inventiva la sua  fragorosa, come del resto erano le sue sfilate: dagli esordi della città dantesca si spostò poi nella produttiva Milano, sino a quel sogno parigino, da lui poi raccolto, dove Parigi lo incoronò giovane sarto originale ma di gran classe, ricco di quell’impeto nel colorare la vita e le donne ‘Coveri’.

E’ morto giovane, troppo, aveva appena compiuto  38 primavere: oggigiorno sarebbe stato un bel sessantenne ricco d’humor, di fascino, di vena trasgressiva, ma soprattutto figura di gran  luce e di colore come quell’Alto’ che ci incanta di continuo col suo bell’azzurro, con quel giallo travolgente ricco di vitalità che ci inebria di tanta solarità, con tutte quelle stelle perlacee che a volte ‘cadono’ esaudendo i nostri desideri. Enrico Coveri è tornato: bleu, oro e perla. Il vestito è pronto.

La mostra resterà aperta dal martedì al venerdì dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18. Sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19 (in orari diversi soltanto su prenotazione). L’ingresso è gratuito.

di Carla Cavicchini

 

 

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