Edith Pearlman “Visione binoculare”

Edith Pearlman “Visione binoculare”
Bompiani, Collana Narratori Stranieri, pag. 392, € 19,50
Traduzione di Alberto Cristofori

Vincere nel 2011 National Book Critics Award e il Pen/Malamud Award ha significato per Edith Pearlman innescare un meccanismo a catena che in poco tempo, con la tappa importante  del “New York Times Book Review” che l’ha avvicinata a Updike e Alice Munro, ha fatto di Visione binoculare il libro rivelazione del 2012.

Scoperta e quasi ‘santificata’ a settantacinque anni in un solo atto, la Pearlman  esce per la prima volta in Italia con questa raccolta: sono racconti ambientati tra Gerusalemme, l’America centrale, la Russia zarista, la Londra dei bombardamenti nazisti, l’Europa fino a Manhattan, alle coste del Maine e ai sobborghi di Boston. In essi emerge lo sguardo profondamente umano dei grandi osservatori del nostro tempo.

Non importa in quale situazione si trovino questi personaggi – un imprevisto rapporto amoroso tra due cugini adolescenti, un’anziana coppia che decide di darsi a piccoli furti nei negozi, il pericolo che incombe sul figlio di una coppia benestante –: Edith Pearlman racconta le loro esperienze con straordinaria acutezza di spirito e totale padronanza di linguaggio, ma anche con instancabile e lucido ottimismo. Sentimenti veri si piegano alle sinuosità della sua prosa, una tavolozza di colori che sfumano l’uno nell’altro con sorprendente continuità. Visione binoculare è il gioiello di un maestro della short story contemporanea.

Edith Pearlman (Rhode Island, 1936) ha vinto tre O. Henry Prize, i suoi racconti sono apparsi nelle migliore riviste letterarie e nelle più famose antologie americane. È autrice di tre raccolte di racconti: Vaquita, Love among the greats, e How to fall. Vive a Brookline nel Massachusetts.

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