Danza in Fiera: Simone di Pasquale, Carolyn Smith e Anna Razzi

Tre grandi figure legate al mondo della danza si sono raccontate con semplicità e buona dose di simpatia a “Danza in Fiera”, ed è venuto fuori che…

Simone di Pasquale, bello aitante, giovane, con lo sguardo da sciupafemmine ha un portamento melodioso, ed occhi vellutati che  incantano chi lo guarda. Via i riccioli, con capelli più corti che evidenziamo maggiormente il bel volto da maschio latino.

Qui è bellissimo, mi trovo divinamente, peccato che vengo sempre a “mordi e fuggi”. Mi piace essere qui, alla Fortezza, l’adrenalina sale a mille ed ho trovato molta professionalità. Firenze… che dire, è elegantissima ed io i toscani li adoro, tra l’altro sono sempre andato in vacanza a Castiglione della Pescaia, ci torno sempre…adoro Punta Ala e tutta la zona costiera.”

Se veniamo a trovarla in spiaggia noi toscaaani! Organizzeremo qualcosa in spiaggia?

Come no, tutti insieme alla luce del sole.”

Qual’è il ballo preferito?

Quelli passionali…rumba, passo double, tango…li sento più cuciti.”

Lucrezia Lante della Rovere. L’amore, la passione, cosa vi univa, cosa vi unisce. Dico giusto?

Tra noi c’era una buona sintonia e simpatia, si, senza dubbio. E’ una donna stupenda e di grande rilievo umano. Tra noi ci fu una buona alchimia. Ci sentiamo spesso con vivo piacere ma le nostre vite sentimentali hanno percorsi diversi.”

Della Carlucci cosa racconta?

E’ come la vedete. Attenta, disponibile, preparata, una grande professionista con cui è piacevole lavorare assieme al suo staff. Con lei si tramuta tutto in garanzia  e, non a caso, ‘Ballando’ è uscito dalla nebbia.”

Perche ballare?

E’ una medicina che fa bene a corpo e mente.”

Carolyn Smith ha gli occhi color dell’acqua marina e arriva di corsa col meraviglioso Scotti!  – lo chiamano così tutti gli amici – il suo delizioso yorkshire che non disdegna il flash della macchina fotografica.

Abito a Padova  però sono sempre in giro per il mondo, adoro l’Italia e la mia città. “

Le non era ‘tipa’ da dar voti alti in giuria, a Ballando con le stelle intendo…

Mai voti alti! E’ con le votazioni basse che i ballerini si spronano!

Danzatrice, coreografa, è vero che cominciò con la danza classica?

Siiii, poi ho fatto il “tip-tap”, moderno, afro, tutto ciò che si muove, persino ballo scozzese e ora la specializzazione su danza sportiva: anche latino americani, samba, cha-cha, rumba…  Ho una  scuola mia a Padova, mi muovo tantissimo ed anche all’estero. La mia scuola, “Carolyn Smith Accademy” è completamente diversa dalle altre.”

Com’è?

Ma viiieni a provare! Non smetterai!”

Scozzese con gran passione per i tatuaggi.

Quelli significativi, ne ho diversi  e soprattutto nei punti giusti!

Dicono nelle zone anche un pochetto più intime…

Nelle ‘mele’ non c’è niente di scandaloso, trovi?”

Anna Razzi è una signora magra dal volto dolcissimo con due occhioni penetranti e scuri che parlano ancor prima della sua bocca.

Non è la prima volta che vengo, qui è così bello…tutto questo fermento e poi con massiccia presenza estera.”

Lei è direttore della Scuola da Ballo San Carlo di Napoli.

Da 22 anni. Lo scorso novembre abbiamo festeggiato proprio questa scuola nel suo bicentenario, fondata ancor prima della Scala. Ho ospitato  volutamente persone che frequentavano la danza anche decenni e decenni addietro, partiti poi per l’estero. E’ stata una grande soddisfazione. Lo sa che quando entrai avevo 19 allievi demotivati e che dopo 5 anni cominciai a fare saggi? Ho fatto balletti su Pinocchio, Guarracino, Biancaneve…adesso sono 140 allievi che arrivano sino ai 18 anni.”

La guardo e capisco che è forte come una roccia.

Questo non è un bel clima per la cultura. Ti giri e ovunque..,.tagli, tagli!

Bisogna rimboccarsi le maniche e andare avanti. Guai a mollare! Si vive anche con poco, ed è quel poco che deve essere ben costruito.”

Ha ballato molto?

Si, direi abbastanza, sino a 50 anni.”

Del nostro Roberto Bolle che dice?

“Ah…semplicemente bravissimo.”

E di  Nureyev?

Lo conoscevo bene, con lui ballai a New York…così carismatico, ipnotizzava il pubblico.  Quanto al suo carattere…ce l’aveva, eccome, però rispettava la buona professionalità. Esigente e concreto. Ricordo che sulla scena andava incontro come un torero.”

Aga, toro!

di C. Cavicchini

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