Da quando, nel 1901, il Ministero della Guerra inglese, durante la seconda guerra anglo-boera, chiese alla Burberry di produrre un modello che miscelasse le migliori caratteristiche di un impermeabile d’ordinanza ed un cappotto militare, il trench – e la sua primaria casa di produzione – ne hanno fatta di strada.
E se durante il Secolo Breve questo severo soprabito di taglio maschile è stato reso iconico dai grandi divi di Hollywood – chi non ricorda la fragile Audrey in Breakfast at Tiffany’s, zuppa e tremante nel suo impermeabile, abbandonarsi a George Peppard? – poco, della sua struttura originaria, è cambiato in quest’evo.
È con l’entrata di Christopher Bailey come Creative Officer, nel Maggio del 2001, che la Burberry è riuscita a reinventare completamente il proprio marchio, bilanciando l’immaginifico classico, la venerabile eredità della tradizione, e la modernità dell’estetica contemporanea.
Ed è con queste premesse che l’inaugurazione della sua nuova boutique a Napoli può essere interpretata come l’ennesimo riconoscimento dell’odierno successo del brand.
Il negozio, che copre una superficie di 470 metri quadrati su due piani, è in Via dei Mille. Il concept prevede l’utilizzo di materiali e temi inglesi e si ispira al flagship store di Regent Street, precedentemente inaugurato a Londra, come il marmo beige di Corinto, il cromato lucido brillante e il bronzo.
Per la serata d’apertura, gli ospiti sono stati accolti tra gli evocativi capi delle collezioni autunno-inverno 2013/14 e le ultime immagini della campagna pubblicitaria del brand, che ha per protagonisti Sienna Miller e Tom Sturridge fotografati in morbidi scatti intimistici da Mario Testino.
Vincenzo: “Tonì, ijammuncenne ‘a casa, sta chiuenne”
Tonino: “Non fa niente, tengo l’impermeabile.”
Vincenzo: “è, tu ‘o tieni, io tengo ‘o vestito buone, che nun è manco ‘o mio.”
Scusate il ritardo, Massimo Troisi e Lello Arena, 1982.
di Luisa De Notaristefani di Vastogirardi
Rispondi